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L'indagine storica sugli episodi di ribellione collettiva al potere costituito rivela un complicato intreccio di fattori, interessi e motivazioni. Più che rappresentare l'improvvisa e irrazionale esplosione dei bisogni, i tumulti si configurano come una manifestazione estrema del processo di costruzione dell'identità e della coscienza politica dei gruppi e delle comunità, come una modalità straordinaria di confronto-scontro con il potere e per il potere. La rivolta beneventana del 1566 è un fenomeno pluridimensionale, che si presta a diversi livelli di analisi, coinvolgendo il piano politico, religioso e socio-economico. Lo studio di questa vicenda rivela un microcosmo nel quale si sviluppano dinamiche complesse, che riflettono precarie relazioni interstatuali e sperimentano soluzioni contemplanti il diritto di resistere all'autorità. Nell'universo cittadino dell'enclave pontificia di Benevento, l'assolutismo della monarchia papale si scontra con i tentativi di "negoziazione" della comunità, in cui interessi corporativi, logiche fazionarie e brame di preminenza delle élites locali si intrecciano con latenti aspirazioni annessionistiche al confinante Regno di Napoli. Il presente lavoro si propone come un case-study, che, ricostruendo un episodio territorialmente circoscritto ma profondamente connesso con gli eventi internazionali e la temperie politica di quei decenni, esamina a fondo documenti in grana parte inediti.